JOONAS AHONEN A TRAIETTORIE



di Ornella Altavilla





Proseguono gli appuntamenti del festival Traiettorie con un concerto in piano solo, il terzo della rassegna, del giovane musicista Joonas Ahonen. La proposta del programma di sala suggerisce un titolo, una parola d’ordine: sintesi. Una sintesi che rispecchia la formazione del pianista finlandese, appassionato esperto del repertorio del XXI secolo e, come tale, membro del Klangforum Wien (principale ensemble di musica contemporanea) e, allo stesso tempo, amante del repertorio classico e romantico con cui si confronta assieme al Rodberg trio di cui è fondatore. Ahonen traduce il suo vasto mondo musicale in una proposta al pubblico di traiettorie che percorre circa due secoli di musica in poco più di un’ora, due secoli separati fra loro solo dalla manciata di minuti concessi per l’intervallo. 

Il viaggio nel tempo parte a ritroso da Niccolò Castiglioni per arrivare al celebre monumento delle variazioni Diabelli di Beethoven. Non un caso che a irrompere nel silenzio della sala siano le note di Castiglioni, compositore di formazione darmstadtiana ma che ha scelto di fondere assieme ai concetti di serialismo, strutturalismo e a complessi tessuti armonici, gli elementi del linguaggio tonale: triadi e accordi maggiori e minori. In He ritroviamo la passione di Castiglioni verso sonorità chiare, luminose e cristalline che il compositore traduce nella scelta quasi esclusiva di far suonare il registro acuto del pianoforte. Ma Castiglioni fa di più, riesce ad immobilizzare il tempo reiterando una sequenza di figurazioni ritmiche sempre uguali realizzando un’ipnosi ostinata e talmente insistente da generare ansia e stupore. La magia in un ossimoro: ripetere all’infinito per restare immobili! L’effetto è stato totale grazie alla padronanza timbrica e dinamica di Ahonen che ha saputo leggere e interpretare le musiche di Castiglioni, Webern e Bernhard Gander con grande personalità. È riuscito così a creare un dialogo con il compositore mantenendo le due figure, compositore ed esecutore, separate e con personalità ben distinte. L’originalità è stata straordinaria nell’inusuale interpretazione delle variazioni Diabelli, sintesi nella sintesi, capolavoro immenso a cui Joonas si è approcciato dimostrando un’incredibile tecnica, arricchita da un’interpretazione brillante e a tratti ironica.





 Il concerto si chiude con un regalo, l’omaggio al compositore inglese Harrison Birtwistle scomparso pochi mesi fa, di cui Ahonen ha suonato il suo intimo e raccolto Oockooing bird. Ahonen ha dimostrato grande maturità esecutiva riuscendo in un’operazione importante, non sempre facile quando si esegue musica scritta. È riuscito a leggere, e quindi a restituire, anche quello che nello spartito non è scritto. 

Vengono in mente le parole del grande direttore d’orchestra Ozawa Seiji: …nello spartito non c’è scritto “qui occorre avere coraggio”. Bisogna capirlo da soli.

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