BRAD MEHLDAU TRIO AMMALIA CARPINJAZZ
di Ornella Altavilla
Lunedi
12 Luglio, nella rinascimentale piazza Martiri, a Carpi, si è chiusa la
rassegna Carpinjazz con il concerto di Brad Mehldau, Lerry Granadier e
Jeff Ballard. Un evento atteso e seguito da tutto il pubblico, entusiasta e
attento.
Il
trio americano, famosissimo in tutto il mondo, suona ormai da tantissimi anni
con la stessa formazione diventando punto di riferimento per la qualità
artistica raggiunta. I dischi all’attivo sono veramente numerosi e il
repertorio è sempre originale e mai si ripete.
Durante
la serata il Trio ha proposto brani originali tratti dagli album The art of
the trio e Blues and Ballads a cui ha affiancato celebri standards
eseguiti con cura magistrale del fraseggio, degli scambi con la ritmica e della
scelta dei suoni: Skippy di Monk, In the still of the night di
Cole Porter, Come rain or come shine conclusa con una cadenza
straordinaria e It’s a rainy day di Jimmy Van Heusen.
Uno
spettacolo che ha saputo restituire grande professionalità e divertimento.
L’interplay
fra i tre è frutto del lavoro assieme svolto da anni: Larry Granadier, al
contrabbasso, ha alternato momenti di intenso lirismo, durante i suoi soli, a
grande solidità ritmica durante l’accompagnamento sostenuto dall’affidabile e
puntuale Jeff Ballard alla batteria e dalla mano sinistra di Mehldau.
Un
palco essenziale quello del trio, dominato dalla figura di Brad Mehldau con gli
occhi chiusi e la testa inclinata con l’orecchio verso il pianoforte, alla
ricerca del suono prima ancora che delle note. Poche e gentilissime parole al
pubblico che non manca occasione di ringraziare.
Qualche
piccola sbavatura, durante le prime fasi del concerto, nella gestione fonica
della batteria. Buono il suono del pianoforte nonostante, all’aperto. sia
sempre difficile amplificarlo.
Il
concerto si apre con un'unica richiesta al pubblico, una preoccupazione
ripetuta da tutti gli organizzatori: niente foto, niente riprese. Non
una scelta snob ma un invito. La musica è arte da ascoltare prima ancora che da
guardare o vedere. Nell’era dell’immagine anche la musica sta perdendo il suo
contatto con il senso primario dell’udito. Mi piace pensare che dietro a quella
richiesta ci fosse l’invito a non perdersi dietro a delle immagini ma a restare
esclusivamente nell’ascolto. D’altronde, lo stesso grande fotografo E.C Bresson
diceva: gli scatti più belli sono quelli che non ho realizzato perché li ho
vissuti.
Con
Brad Mehldau e il suo Trio, a Carpi, abbiamo vissuto la musica.
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