BRAD MEHLDAU TRIO AMMALIA CARPINJAZZ

 di Ornella Altavilla


Foto Michael Wilson


Lunedi 12 Luglio, nella rinascimentale piazza Martiri, a Carpi, si è chiusa la rassegna Carpinjazz con il concerto di Brad Mehldau, Lerry Granadier e Jeff Ballard. Un evento atteso e seguito da tutto il pubblico, entusiasta e attento.

Il trio americano, famosissimo in tutto il mondo, suona ormai da tantissimi anni con la stessa formazione diventando punto di riferimento per la qualità artistica raggiunta. I dischi all’attivo sono veramente numerosi e il repertorio è sempre originale e mai si ripete.

Durante la serata il Trio ha proposto brani originali tratti dagli album The art of the trio e Blues and Ballads a cui ha affiancato celebri standards eseguiti con cura magistrale del fraseggio, degli scambi con la ritmica e della scelta dei suoni: Skippy di Monk, In the still of the night di Cole Porter, Come rain or come shine conclusa con una cadenza straordinaria e It’s a rainy day di Jimmy Van Heusen.

Uno spettacolo che ha saputo restituire grande professionalità e divertimento.


Foto Michael Wilson

L’interplay fra i tre è frutto del lavoro assieme svolto da anni: Larry Granadier, al contrabbasso, ha alternato momenti di intenso lirismo, durante i suoi soli, a grande solidità ritmica durante l’accompagnamento sostenuto dall’affidabile e puntuale Jeff Ballard alla batteria e dalla mano sinistra di Mehldau.

Un palco essenziale quello del trio, dominato dalla figura di Brad Mehldau con gli occhi chiusi e la testa inclinata con l’orecchio verso il pianoforte, alla ricerca del suono prima ancora che delle note. Poche e gentilissime parole al pubblico che non manca occasione di ringraziare.

Qualche piccola sbavatura, durante le prime fasi del concerto, nella gestione fonica della batteria. Buono il suono del pianoforte nonostante, all’aperto. sia sempre difficile amplificarlo.

Il concerto si apre con un'unica richiesta al pubblico, una preoccupazione ripetuta da tutti gli organizzatori: niente foto, niente riprese. Non una scelta snob ma un invito. La musica è arte da ascoltare prima ancora che da guardare o vedere. Nell’era dell’immagine anche la musica sta perdendo il suo contatto con il senso primario dell’udito. Mi piace pensare che dietro a quella richiesta ci fosse l’invito a non perdersi dietro a delle immagini ma a restare esclusivamente nell’ascolto. D’altronde, lo stesso grande fotografo E.C Bresson diceva: gli scatti più belli sono quelli che non ho realizzato perché li ho vissuti.

Con Brad Mehldau e il suo Trio, a Carpi, abbiamo vissuto la musica.


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