TELEMACO SIGNORINI - RIOMAGGIORE, i Diari, i Disegni. INTERVISTA A BEPPE MECCONI, CURATORE DEL TESTO


di Laura Bonelli

Quando Telemaco Signorini giunse per la prima volta a Riomaggiore  la sua emozione fu lo sconcerto. Un luogo arduo da raggiungere, con abitanti rozzi e inospitali e tuguri come case; solo scendendo alla marina la percezione cambiò, trasformandosi in ammirazione per la bellezza del paesaggio. I racconti e i disegni del pittore sono raccolti nello splendido volume Telemaco Signorini, Riomaggiore di Töpffer Edizioni. Molto interessanti i diari che raccontano luoghi, persone e particolari  e bellissimi i disegni che ritraggono volti e scorci naturalistici.
Beppe Mecconi, direttore artistico della casa editrice ne ha curato l'edizione.




 Com'è nato il progetto della raccolta di disegni e diari su Riomaggiore di Telemaco Signorini? 

Fin dalla nascita del marchio TÖpffer (gruppo Oltre edizioni) nel 2017 l'editore, Paolo Paganetto, e Vincenzo Gueglio, suo collaboratore e scrittore, mi avevano detto del sogno di riproporre gli straordinari diari ed i fantastici disegni che Signorini aveva realizzato nei suoi soggiorni a Riomaggiore tra il 1860 e il 1895. Un'idea che, ancor di più essendo una casa editrice con sede in Liguria, per tre anni abbiamo accarezzato fino a che, finalmente, riuscimmo a recuperare una rara edizione in-folio in buono stato dei suoi lavori e dei suoi testi edita da Le Monnier nel 1942. Iniziai così a intrecciare in modo, diciamo più attuale, le illustrazioni con gli scritti chiedendo alla storica dell'arte Marzia Ratti di realizzare la curatela artistica. Il destino volle, a dimostrazione che i tempi erano definitivamente giusti per riproporre a distanza di 80 anni quel meraviglioso volume, che nel palazzo comunale di Riomaggiore proprio in quel periodo vennero scoperti due disegni originali di Signorini mai pubblicati. Chiesi alla Sindaca Federica Pecunia il permesso di proporli nel volume e a questo punto il libro era fatto, con addirittura la chicca di due lavori assolutamente inediti.





Cosa fu Riomaggiore per Signorini?

Signorini si spostava non di rado dalla Toscana alla Liguria di Levante, abbiamo molti suoi disegni e dipinti realizzati alla Spezia e nei suoi caratteristici borghi - splendidi ancora oggi figuriamoci 140 anni fa la meraviglia che dovevano essere - ma Riomaggiore fu una fascinazione immediata, finalmente aveva trovato quel "mare più vasto" cui anelava.
Vi ritornò più volte nel corso della sua vita, per bene 35 anni frequento il primo dei paesi delle Cinque Terre e divenne amico vero di molti residenti.
I suoi diari, scritti benissimo, testimoniano nei particolari lo stato d'animo che provava nell'immergersi in quel paesino ancora selvaggio, così come il carattere dei suoi abitanti.





 I disegni sono soprattutto ritratti, oltre ad alcuni bellissimi scorci. Cosa cercava Signorini nei volti della gente comune secondo te?

Cercava, penso, di entrare nel loro mondo, un mondo fatto di pochissime cose. Cercava di non essere il classico "foresto" che in Liguria, ancora oggi, è colui che viene da fuori, che quasi mai viene accettato del tutto anche se, appunto, torna nello stesso luogo per ben 35 anni. E credo ci fosse riuscito, nelle sue righe si intuisce lo strano rispettoso/affettuoso/sospettoso rapporto che s'era creato tra l'artista e gli abitanti del luogo, tant'è vero che tutti i disegni riportano i nomi delle persone ritratte, non erano per lui solo facce interessanti, erano persone con le quali era entrato in contatto.




Come curatore del libro cosa ti ha interessato di più in questa ideazione?

E' uno dei libri che ho curato che più mi ha dato soddisfazione nella realizzazione. E' stata una sfida importante, stiamo parlando di Telemaco Signorini! Occorreva fare un lavoro con cura estrema e rispetto grande. I suoi disegni sono bellissimi, molti li ha poi trasformati in dipinti esposti in importanti musei e collezioni private, e il riproporli dopo così tanti decenni lo considero davvero una gratificazione. E poi i diari, quelli sono stati, per me, la scoperta e la sorpresa più grande, sia per i racconti sia per la qualità della scrittura. Decisamente un lavoro che mi ha dato un'enorme appagamento e del quale sono orgoglioso.



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