ALIDA. INTERVISTA A MIMMO VERDESCA, REGISTA DEL DOCUMENTARIO E A LARRY DE MEJO, FIGLIO DI ALIDA VALLI



di Laura Bonelli

Alida di Mimmo Verdesca è quello che sarà probabilmente ricordato come IL documentario su Alida Valli. Un lavoro di grande valore grazie alla collaborazione con Pierpaolo De Mejo e sua mamma Maria Laura Iadeluca De Mejo che hanno messo a disposizione la raccolta di diari e lettere che l'attrice aveva conservato.
La storia di una delle icone del cinema italiano, famosa in tutto il mondo, punta diretta al cuore e fa conoscere la profondità di pensiero e d'animo di questa donna riservata e talentuosa. L'attrice tenne dei diari personali per tutta la vita e conservò le lettere inviate e ricevute. Grazie a questo patrimonio Verdesca è riuscito a ricostruire la sua storia partendo da ciò che lei scriveva, dal suo mondo interiore. Le parole di Alida sono state affidate a Giovanna Mezzogiorno, perfetta testimone.
I ricordi di grandi artisti del mondo del cinema (Bernardo Bertolucci, Vanessa Redgrave, Charlotte Rampling, tra i molti) completano questo splendido film che dal 30 ottobre è disponibile in DVD.

Una doppia intervista, al regista e ideatore del documentario, Mimmo Verdesca e, di seguito a Larry De Mejo, figlio di Alida Valli.





Raccontare le storie con sentimento e non con sentimentalismo...

E’ una cosa che appartiene al mio essere fin da bambino, da quando ho iniziato ad amare il mondo del cinema. Quando a 19 anni iniziai a lavorare in questo ambito come aiuto regista, un ruolo prettamente tecnico,  cercavo comunque di ritagliarmi dei momenti in cui collaborare con il regista dal punto di vista artistico.

Questo modo di vivere il lavoro con un sentimento, che ti guida verso un’emozione, mi ha sempre accompagnato, a maggior ragione quando ho potuto debuttare come regista. Un sentimento che non è sentimentalismo perché quest’ultimo è un’esasperazione, uno sfruttare con cognizione di causa, il volere a tutti i costi emozionare qualcuno. Questa strategia spesso è poco credibile.

La stessa cosa vale anche per il documentari, l’unica differenza è  che la trama non è ricostruita con degli attori. Questo ho fatto con Alida e con i miei lavori precedenti, voler costruire una storia attraverso le testimonianze dirette dei protagonisti.





Mimmo Verdesca

Il cinema ti ha appassionato fin da bambino. Ricordi quando c’è stato un momento in cui hai pensato “Questo può far parte della mia vita?”

Non saprei… Le passioni nascono con noi, sono naturali. A 6 anni vidi un oggetto preziosissimo, una telecamera,  chiesi a mio padre di comprarmela e lui me la prese. Questo oggetto lo conservo ancora. Mi aveva affascinato e mosso la curiosità, sentimento che purtroppo oggi i giovani hanno perso e porta loro a non avere un vero obiettivo ma a lasciarsi imbambolare dalle apparenze. Negli anni ho cominciato a coinvolgere gli amici del quartiere a Molfetta dove vivevo e a farli recitare. Mettevo da parte i soldi per andare a Bari a fine mese a comprare i VHS di Stanley Kubrick. Ho imparato da solo, guardando i film e leggendo di cinema. Poi ho deciso di venire a Roma e ho iniziato seriamente a studiare a lavorare.






In Alida ho notato una grande attenzione per la famiglia, hai dato molto spazio ai familiari della Valli…

Amo l’aspetto umano nelle storie. Anche quando guardo i documentari di altri colleghi, se sono solo aneddoti e montaggi di repertorio senza approfondire l’umanità dei personaggi, mi annoio. La famiglia, nel caso di Alida Valli, ha un aspetto importantissimo sopratutto perché ho voluto raccontare la donna e lei aveva come punto di riferimento i suoi affetti; ho scelto quindi di utilizzare le sue stesse parole, attraverso le sue lettere i suoi diari. L’attrice poi viene da sé, perché la carriera artistica è stata riflesso della sua vita. Dietro all’icona c’è sempre la persona, le fragilità, le particolarità e di Alida Valli si conosceva poco, per sua volontà, perché era una donna molto riservata. Ho affrontato tutto con assoluto rispetto, è una cosa che mi appartiene, il mio mood nella vita è “non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te”. Non potrei mai sfruttare qualcuno per i miei interessi, per fare gossip. La famiglia mi ha dato fiducia e carta bianca. Credo che anche Alida avrebbe apprezzato il mio lavoro perché ho cercato di raccontare lei, com’era nella sua verità.








Larry e Pierpaolo De Mejo, figlio e nipote di Alida Valli

Che impressioni ha avuto quando ha visto il documentario di Mimmo Verdesca? L'immagine di sua madre come è stata dipinta secondo lei?

Per me è stata un esperienza meravigliosa, sia rivivere, anche se brevemente, dei momenti molto significativi del nostro passato, ma anche molto più emozionante per me è stato scoprire delle gemme preziose riguardo la vita e l'anima di mia mamma, specialmente attraverso le sue lettere.





Cosa ha provato ad essere uno dei co-protagonisti di "Alida"?

E' stato veramente incredibile per me partecipare in un progetto di questo livello cinematografico in onore di mia mamma.






Com'è stato lavorare con Mimmo Verdesca?

Ero gia' conscio della bravura, serietà e professionismo di mio nipote in questo campo artistico. Quindi avevo fiducia nella sua scelta di accettare il progetto di Mimmo Verdesca. Poi quando ho potuto incontrare e lavorare con Mimmo e il suo direttore della fotografia ho capito subito a che livello artistico si sarebbe realizzato questo film. Inoltre, Mimmo, il suo assistente e Pierpaolo sono stati degli ospiti così premurosi, gentili e rispettosi, che ci hanno lasciato un gran bel ricordo e sono diventati parte della nostra famiglia.

Vorrei aggiungere anche quell'aspetto, menzionato nel film, che ci ha ricongiunto spiritualmente. Ossia che negli ultimi anni, nei nostri messaggi telefonici, la mamma mi leggeva dei tratti da un libretto di devozioni e preghiere che le spedivo per posta. Uno degli ultimi tratti poco prima della sua scomparsa era intitolato "La Morte Non Ci Dividerà'" che mi da fiducia che in futuro saremo riuniti di nuovo nella presenza fisica del nostro meraviglioso Signore e Salvatore Gesu' Cristo.

In visione, il trailer di Alida







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