SISTOLE E DIASTOLE OVVERO L'ALTERNARSI DELL'ESISTENZA. INTERVISTA ALLO SCRITTORE CHRISTIANO CERASOLA



di Laura Bonelli

Una raccolta di racconti scritti nell'arco di un decennio in cui vengono trattati temi cari all'autore come l'adolescenza e la vita da outsider. Sistole e diastole (Elmi's World) dello scrittore italo-danese Christiano Cerasola narra storie di personaggi illuminati da una luce crepuscolare, in lotta tra l'impulso di elevarsi  e il dramma di non riuscire a raggiungere o mantenere la meta.
La realtà spietata dell'esistenza si scontra con l'anelito della vita interiore.
Tanti mondi in cerca di completezza ma anche piccole riflessioni scaturite da dettagli apparentemente banali come quella di rimanere incantati davanti una fontanella nel cuore di una notte in città e potersi rinfrescare.




Christiano Cerasola



Partiamo dal titolo: Sistole e diastole. Qual è il motivo per cui lo hai scelto?

Sistole e diastole è parte di una dualità : Apollo e Dioniso, il bene e il male e infinite altre contrapposizioni non potrebbero esistere senza il loro contrario.
Il titolo che richiama al ciclo cardiaco vuole essere una metafora per il tema dei miei racconti, dove nulla è singolo o fine a se stesso ma parte di un disegno doppio.
Ho scelto quel titolo anche perché la mia casa editrice mi aveva cassato tutti gli altri! Mannaggia!



Il processo di crescita nell'uomo è un tema a te caro e nei tuoi lavori ha sempre una connotazione di meraviglia mista a dramma...

Dopo diversi romanzi di formazione letti (e alcuni scritti) mi sono fermato a pensare se necessariamente si cresca in direzione di una irreversibile evoluzione. Ebbene, in questi racconti allargo il mio dubbio narrando di uomini, ombre, personaggi, che percorrono il viaggio a ritroso, spesso peggiorando la situazione (le loro situazioni) o, comunque, rimescolando le carte in maniera raffazzonata. In tutto questo sta la meraviglia, e spesso il dramma.






I tuoi personaggi quasi sempre cercano la luce ma vivono storie o hanno un passato che sembra bloccarli. E' un traguardo così lontano il "vedere chiaro" in questa esistenza?

Penso che siamo decisamente impossibilitati a "vedere chiaro" la nostra esistenza. Il mio personalissimo credo è all'antipodo del concetto di chiarezza. Forse la
mia parte dionisiaca ha il sopravvento su quella apollinea. Talvolta me ne dispiaccio, ma che ci posso fare?



In uno dei racconti il protagonista "da piccolo aveva paura del destino, sapeva che se gli fosse saltato addosso avrebbe perso." Che cos'è il destino secondo te?

Rispondo a questa domanda allacciandomi alla precedente risposta. Il destino può essere rappresentato come una speranza, un alibi, una minaccia, una salvezza, una rinuncia alla rassegnazione ( cit.): per quanto mi riguarda è un concetto che m'infastidisce.
Penso al presente, gioisco adesso, mi dispero al momento, non so fare in altro modo.
N.B. E' sempre il Dioniso che è in me che sta rispondendo...




Tutte le foto sono di Giovan Battista D' Achille

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