POTERTI GUARDARE. MARE, TU. INTERVISTA A BEPPE DEIANA



di Laura Bonelli

C'è una rara profondità nelle parole che accompagnano il libro fotografico di Beppe Deiana Poterti guardare. Mare, Tu. (Il Babi Editore). Frasi che rimandano a pensieri in cui il mare è luogo dell'anima, sanno fermare momenti personali e universali.
Le fotografie colgono attimi particolari della natura e l'uomo ne è parte, mai vero protagonista, anche se immerso nel contesto con la sua storia.
Un libro, bello, che riporta a un bisogno di quiete, al lasciarsi cullare dalle onde dei nostri sentiti più intimi per ritrovare parti di sé che vengono in superficie solo di tanto in tanto.
L'autore  originario di Genova vive ad Armeno sul Lago D'Orta e lavora come educatore.




"Morire, scomparire, ancora morire, fino a guarire" è una delle frasi che mi ha colpito di più. Si guarisce attraverso la morte?
Si. La morte stabilisce un passaggio, una trasformazione e implica diversi fattori, le cellule del corpo non muoiono forse in ogni momento? Quando un pensiero pesante mi abbandona, quando un'ombra emerge ed evapora, anche quello è morire, in un certo senso, è lasciare andare, anzi, è vedere e quel vedere mi permette di lasciare andare.
Morte è rinascita, cambiamento, invisibilità.



Beppe Deiana



Il mare che descrivi è un mondo a cui attingere. Ma è dentro o fuori di noi?
E' sia dentro che fuori di ciascuno.


Come nasce la tua passione per la fotografia e che visione vuoi che passi attraverso le tue foto?
L'immagine mi ha sempre affascinato. Dal principio le cose piccole, molto piccole, quindi gocce d'acqua, granelli, fili che si trovano in natura, in un bosco ad esempio ma anche su di una battigia frastagliata. Le cose piccole oltre a racchiudere una grande bellezza obbligano ad un esercizio di volontà che conduce alla ricerca e alla scoperta.
Ciò che cerco attraverso la fotografia è proprio il contatto.




Il tuo libro è composto da pensieri e fotografie, che processo compositivo hai usato?
Dapprima sono venute le fotografie, dopodiché le parole.

 
 E' solo il mare che ti ispira o dobbiamo aspettarci anche gli altri elementi?
Il sentire che provo nei confronti del mare mi richiama a qualcosa di antico sia a livello familiare, sanguigno sia a livello animico quindi una musica straordinaria che non mi abbandona mai. Con questo la mia curiosità ed il fascino degli elementi mi guidano costantemente nello sviluppo di altre narrazioni.






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