DIZIONARIO DEL BIBLIOMANE, INTERVISTA NON PROPRIO SERIA ALL'AUTORE ANTONIO CASTRONUOVO, NOTO SAGGISTA IMOLESE
di Laura Bonelli
Partiamo da un aspetto quasi religioso: che cos’è il celibato del bibliofilo?
Bene, la prima domanda è semplice: temevo qualcosa di astruso. Domanda semplice perché richiama subito una risposta semplice. Il bibliofilo è un infermo che non vuole guarire: ama i suoi libri e guai a toccarli. Ora, un coniuge, un compagno (o compagna), insomma una presenza stabile nel mondo in cui sono raccolti i libri del bibliofilo costituirebbe un esplicito disturbo, anche solo nei momenti in cui la persona si avvicina ai nostri libri per osservarli o spolverarli. E questo vale anche per i visitatori casuali che entrano nel sancta sanctorum della nostra collezione: sono inevitabilmente estranei. Insomma, il bibliofilo è bene che resti il più possibile solo.
Subito segue un aspetto più "fisiologico": cosa c’entra il coitus interruptus con i libri?
C’entra, c’entra. E infatti gli dedico un capitoletto omonimo nel volume. Cosa racconti quel capitoletto il lettore lo scoprirà per conto suo (accenno solo al fatto che acquistare un libro e trovarlo rovinato è qualcosa di simile, appunto, a un rapporto che si prospettava soddisfacente e che viene invece interrotto dalla visione di una pagina mancante o strappata: una sensazione orrida). Qui aggiungo una cosa non descritta nel volume: il vero bibliofilo, se riceve dal suo libraio una telefonata che annuncia l’arrivo di un volume ordinato, e riceve quella telefonata nel mezzo di un coitus, ebbene: il vero bibliofilo lo interrompe, si ricompone e corre in libreria.
Tra gli aspetti più inquietanti del bibliofilo ci sono la bibliotafia e la necrobibliotafia. Ce ne parli?
Non ne ho voglia. Anche perché è una storia lunga.
Topolino in che modo entra nel tuo excursus?
Vi entra nel punto in cui alludo al rarissimo primo fascicolo di questo fumetto classico. E assieme alla rarità del pezzo narro un evento accaduto a un tale, il cui figlio prestò all’amichetto proprio quel primo fascicolo. Quando il tale se ne rese conto, per poco non stramazzava al suolo.
Finiamo con una delle leggi più temute: quella di Murphy. In che modo si applica ai libri?
In molte maniere. Il primo assioma di quella legge suona: «Se qualcosa può andar male, lo farà». Ne deriva che nel nostro rapporto con i libri, proprio nei momenti in cui maneggiamo un nostro pezzo cartaceo con attenzione e gelosia accade qualcosa di spiacevole. Se infatti stiamo leggendo mentre sbocconcelliamo una fetta biscottata spalmata di marmellata e questa ci cade di mano, ebbene: cadrà sulle pagine sempre dalla parte del lato spalmato. Ma può accadere anche altro: è infatti abbastanza frequente l’incidente per cui una pagina, mentre viene voltata, si strappa tra le nostre mani, ed è sempre quella di un libro cui teniamo tantissimo. Se restiamo sotto un temporale mentre stiamo leggendo un libro al parco, sarà sempre il libro a bagnarsi di più, ben più del nostro cranio. Eccetera. La legge di Murphy agisce nel mondo dei libri con allegra cadenza, e li rovina sempre. E proprio quelli cui teniamo di più. Se insomma il bibliofilo nasconde i propri libri in un luogo che agisce da castello fortificato, sarà infine lui stesso la causa della loro rovina. Non si sfugge: chi ama, soffre.
Il noto saggista imolese Antonio Castronuovo ci stupisce ancora una volta con il suo nuovo lavoro Dizionario del bibliomane (Sellerio editore Palermo).
Una carrellata di manie, aneddoti e storie strane che ruotano attorno a un amore assoluto per alcuni: quello per i libri.
Dalla bibliotafia (di cui l'autore parlerà ampiamente in questa intervista) alla gravidanza bibliofobica, passando per la sindrome della copia unica e il morbo d'autodidatta.
Partiamo da un aspetto quasi religioso: che cos’è il celibato del bibliofilo?
Bene, la prima domanda è semplice: temevo qualcosa di astruso. Domanda semplice perché richiama subito una risposta semplice. Il bibliofilo è un infermo che non vuole guarire: ama i suoi libri e guai a toccarli. Ora, un coniuge, un compagno (o compagna), insomma una presenza stabile nel mondo in cui sono raccolti i libri del bibliofilo costituirebbe un esplicito disturbo, anche solo nei momenti in cui la persona si avvicina ai nostri libri per osservarli o spolverarli. E questo vale anche per i visitatori casuali che entrano nel sancta sanctorum della nostra collezione: sono inevitabilmente estranei. Insomma, il bibliofilo è bene che resti il più possibile solo.
Subito segue un aspetto più "fisiologico": cosa c’entra il coitus interruptus con i libri?
C’entra, c’entra. E infatti gli dedico un capitoletto omonimo nel volume. Cosa racconti quel capitoletto il lettore lo scoprirà per conto suo (accenno solo al fatto che acquistare un libro e trovarlo rovinato è qualcosa di simile, appunto, a un rapporto che si prospettava soddisfacente e che viene invece interrotto dalla visione di una pagina mancante o strappata: una sensazione orrida). Qui aggiungo una cosa non descritta nel volume: il vero bibliofilo, se riceve dal suo libraio una telefonata che annuncia l’arrivo di un volume ordinato, e riceve quella telefonata nel mezzo di un coitus, ebbene: il vero bibliofilo lo interrompe, si ricompone e corre in libreria.
Tra gli aspetti più inquietanti del bibliofilo ci sono la bibliotafia e la necrobibliotafia. Ce ne parli?
Non ne ho voglia. Anche perché è una storia lunga.
Topolino in che modo entra nel tuo excursus?
Vi entra nel punto in cui alludo al rarissimo primo fascicolo di questo fumetto classico. E assieme alla rarità del pezzo narro un evento accaduto a un tale, il cui figlio prestò all’amichetto proprio quel primo fascicolo. Quando il tale se ne rese conto, per poco non stramazzava al suolo.
Finiamo con una delle leggi più temute: quella di Murphy. In che modo si applica ai libri?
In molte maniere. Il primo assioma di quella legge suona: «Se qualcosa può andar male, lo farà». Ne deriva che nel nostro rapporto con i libri, proprio nei momenti in cui maneggiamo un nostro pezzo cartaceo con attenzione e gelosia accade qualcosa di spiacevole. Se infatti stiamo leggendo mentre sbocconcelliamo una fetta biscottata spalmata di marmellata e questa ci cade di mano, ebbene: cadrà sulle pagine sempre dalla parte del lato spalmato. Ma può accadere anche altro: è infatti abbastanza frequente l’incidente per cui una pagina, mentre viene voltata, si strappa tra le nostre mani, ed è sempre quella di un libro cui teniamo tantissimo. Se restiamo sotto un temporale mentre stiamo leggendo un libro al parco, sarà sempre il libro a bagnarsi di più, ben più del nostro cranio. Eccetera. La legge di Murphy agisce nel mondo dei libri con allegra cadenza, e li rovina sempre. E proprio quelli cui teniamo di più. Se insomma il bibliofilo nasconde i propri libri in un luogo che agisce da castello fortificato, sarà infine lui stesso la causa della loro rovina. Non si sfugge: chi ama, soffre.
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