LE CURE DI SANTA ILDEGARDA DI BINGEN E DI TROTULA DA SALERNO. CONSIGLI TERAPEUTICI ED ESTETICI PER LE DONNE di Bianca Bianchini e e don Marcello Stanzione



di Laura Bonelli








Ildegarda di Bingen è stata una delle donne più creative, spirituali e complete di tutti i tempi. Considerata il primo medico naturalista tedesco, indagò la natura umana in tutti i suoi aspetti. Badessa benedettina dotata di una vista "oltre le cose che appaiono" fin da bambina, nacque nel 1098 e visse una vita lunghissima costellata di avvenimenti pubblici, sia politici che sociali, che la resero uno dei personaggi più famosi del suo tempo.
Dalla collaborazione tra Bianca Bianchini, cardiologo torinese e don Marcello Stanzione parroco di un villaggio nel comune di Campagna (Salerno) nasce il saggio LE CURE DI SANTA ILDEGARDA DI BINGEN E DI TROTULA DA SALERNO. CONSIGLI TERAPEUTICI ED ESTETICI PER LE DONNE (Il Cerchio)




Per quanto riguarda Ildegarda si hanno notizie dettagliate della sua vita fornite dai biografi, dai suoi scritti e dalle lettere che la badessa scambiava sia con personaggi celebri del tempo che con religiosi di piccoli monasteri in cerca di consiglio. Per ciò che concerne Trotula, medico italiano della Scuola Salernitana le notizie sono molto più scarse. Gli scritti a lei attribuiti riguardano la donna nelle varie fasi della vita, la giovinezza, la gravidanza, la maternità e offrono consigli di bellezza e salute.
Il libro esamina gli aspetti della medicina di Ildegarda improntata sulla cura dell'anima come riflesso della cura del corpo con particolare attenzione al riequilibrio psicofisico, spirituale e quelli di Trotula legati alla scuola salernitana; entrambi gli approfondimenti risultano di grande interesse. La visione laica e impostata di Trotula si contrappone a quella mistica e interiore della badessa tedesca eppure entrambe sembrano completarsi per dar vita ad una continuità terapeutica. La ricerca dell'uomo e della sua salute viene portata avanti tenendo conto del corpo, dell'anima e dello spirito, aspetti che si riscontrano con difficoltà nella medicina ipertecnologica del nostro periodo.




 Leggere questo libro è ricordare che ci fu un tempo in cui la medicina era al servizio della salute ma considerava ogni cosa nelle mani di Dio, un concetto che la società attuale improntata sull'esaltazione dell'ego ha quasi dimenticato. Ildegarda ce lo rammenta con queste parole: "Se però l’uomo si rivolge al male o a una conoscenza o scienza malvagia (attività che dispiacciono a Dio), allora il demonio se ne rende conto e interviene sul sapere dell’uomo con scaltrezza e cattiveria, così che egli impari in fretta il male che desidera imparare. L’uomo, infatti, ha la conoscenza del Male​."

​Gli autori analizzando le terapie e il pensiero di queste due donne del passato fanno un invito a una ricerca di se stessi e della propria salute in termini più ampi. ​ Nonostante si viva in un periodo di iperconnettività col mondo esterno forse si stanno perdendo quelle connessioni interne che identificano il significato dell'uomo nei confronti del proprio sé, del mondo e dell'universo.





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