Le traiettorie dei suoni di Ensemble Flashback

Testo di Ornella Altavilla
Fotografie di Alberto Cataldi






Mercoledì 7 settembre, dopo la pausa estiva, è ripartita a Parma, Traiettorie, la rassegna di musica contemporanea organizzata, ormai da 32 anni, sotto la direzione artistica di Martino Traversa. Il palco della casa della Musica ha ospitato l’Ensemble Flashback, in formazione di trio con Alexander Vert (compositore e fondatore dell’Ensemble), Josè Miguel Fernandez (compositore e computer music designer) e Philippe Spiesser (percussionista). Una serata interamente dedicata alla musica elettroacustica e alla connessione fra le due dimensioni del suono e dell’immagine, da sempre coinvolte dalla ricerca e dalla sperimentazione della musica concreta, e quella gestuale resa possibile grazie all’interfaccia gestuale GeKiPe sviluppata in collaborazione con l’IRCAM DI Parigi e la Haute Ecole del Musique di Ginevra. Fra i quattro brani del repertorio del trio di Perpignan, tre prime esecuzioni italiane. 




Ha aperto il concerto Fond diffus di J. M. Fernandez che ha catapultato il pubblico in un movimento di masse sonore travolgente e vorticoso: il suono ha attraversato la sala immobile e a luci spente, scivolando fra gli altoparlanti RCF (dal timbro tipicamente italiano) per creare grovigli, esplosioni, clangori e stridori di fabbriche, in un viaggio senza riferimenti visivi o musicalmente tematici, lasciando anche il fotografo in sala, in assenza di immagini da catturare, in totale ascolto. Segue poi Always un brano di Curtis Roads, frutto di una sperimentazione basata sull’osservazione di fenomeni naturali, realizzando alla fine una sorta di nube sonora. Con Birds, Winds & Dreams, Vert sembra voler strizzare l’occhiolino a Messiaen, uno dei principali esponenti della musica concreta, proponendo cinguetti di uccelli facendo così riferimento alla sua passione per l’ornitologia. Chiude la serata un’altra prima esecuzione italiana, composizione a quattro mani di Fernandez e Vert eseguita da Spiesser: Crossing Points. Un brano complesso in cui si il suono si gonfia e si sgonfia in continuo dialogo fra suono, immagine e gesto, in una performance affascinante che travolge l’ascoltatore in un percorso di esclusivo ascolto. Ascolto di suoni che si confondono con quelli che quotidianamente accompagnano ogni singola azione ma che l’ascoltatore non è più abituato a percepire perché schiacciato dalle immagini. Le immagini di Vert e del suo Ensemble non sono immagini date ma generate da suoni che si appropriano totalmente dello spazio proiettandosi in esso, in tutti i sensi. Nella sua costante e continua ricerca, la musica elettroacustica continua ad essere veicolo più che di significati, di riflessioni, una musica che, lontana dalla presunzione di essere musica da ascoltare, vuole essere musica per ascoltare. Per ascoltare sè stessi e il mondo circostante.





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