TEST PROIETTIVI. COSA SONO E COSA DICONO DI NOI - INTERVISTA A PAOLA URBANI E STEFANO FIORE

  di Laura Bonelli

Esce per Epsylon Editrice il libro Test proiettivi, cosa sono e cosa dicono di noi di Paola Urbani e Stefano Fiore.  

L'argomento di questo interessante saggio, pensato per essere letto agevolmente anche da chi non ha formazione psicologica ma voglia sapere di più su di sé, si approfondisce attraverso le parole degli autori: Paola Urbani, laureata in filosofia, diplomata in grafologia a Parigi presso la Société Française de Graphologie e Stefano Fiore, laureato in psicologia alla Sapienza di Roma con una formazione in counseling rogersiano e strategico e in sessuologia clinica.

Test dell'albero, dei colori, della figura umana e alcuni altri meno conosciuti vengono messi sotto la lente d'ingrandimento per fornire risposte su stati d'animo e caratteristiche personali.

Come scrivono gli autori nell'introduzione "i test proiettivi sono molto discussi riguardo alla loro validità e affidabilità ma, a livello clinico sono una fonte inesauribile di "materiale",  nonché un modo per implementare e rafforzare il legame di collaborazione, interesse reciproco e stima fra psicologo e paziente".




Partirei proprio dal titolo: che cosa sono i test proiettivi?

Sono dei test, quasi tutti basati sul disegno, che non passano per l’introspezione e quindi superano le difese dell’io. Faccio un esempio: Se mi chiedono di rispondere a un test in cui mi si chiede se sono razzista è evidente che  risponderò di no. Alcune cose non si possono dire nemmeno a se stessi. Ma se ho invece dei pregiudizi e faccio un test proiettivo i miei pregiudizi vengono fuori senza che io lo voglia. 

Di per sé, sono costituiti da stimoli sensoriali (immagini, segni grafici, parole) a cui la persona "risponde", e così facendo "proietta" senza rendersene conto i propri contenuti interiori.  


Com'è nata la collaborazione con lo psicologo Stefano Fiore per questo libro?

Stefano Fiore è come me un grafologo, ma in più ha aggiunto una competenza e una laurea in psicologia, quindi è sotto certi aspetti più qualificato di me. Inoltre, è molto competente, e poiché il terreno dei test è scivoloso e aperto all'interpretazione, è importante essere in due per confrontarsi. 

Abbiamo collaborato già diverse volte, e sempre in un modo che ci ha arricchito!



Paola Urbani


Nell'introduzione avete entrambi sottolineato l' aspetto giocoso di questo saggio...

Sì abbiamo cercato anche di non essere noiosi pur restando sempre seri: tra l’altro molti test sono dedicati ai bambini e con loro l’aspetto ludico è fondamentale.

Volevamo anche rendere chiaro che una cosa è l'uso ludico e personale dei test, come spunto e stimolo per conoscersi  meglio, un'altra è l'uso clinico e professionale, che va riservato ai professionisti della materia. 


Tra i vari test di cui scrivete, c'è quello dei colori. Che caratteristiche ha e cosa può dirci di noi stessi?

Il test è quello famoso di Luscher in cui la scelta dei colori è abbinata allo stato d’animo. I primi due colori scelti indicano gli obiettivi che ci poniamo, i secondi due i mezzi per realizzarlo, gli ultimi sono le situazioni rifiutate. E’ un test facile che si può fare anche da soli e che aiuta molto a capire chi siamo, se siamo sereni oppure ansiosi, insomma in che situazione psicologica ci troviamo un un certo momento. 



Stefano Fiore


Grafologia e psicologia sono due studi complementari. Come mai il tratto grafico parla così tanto di chi siamo?

Il tratto grafico è come le impronte digitali o la sequenza del DNA, non ce ne sono due uguali al mondo, e racconta il mondo interiore della persona.

Poi, sì, immaginiamo grafologia e psicologia come due compagni di strada che a volte litigano sulla strada migliore da seguire, ma vogliono arrivare tutti allo stesso posto: quello che c’era scritto sulla porta dell’oracolo di Delfi: conosci te stesso!




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