SUCCESSO PER "TRAVIATA", NELLA SPLENDIDA CORNICE DEI GIARDINI DELLA REGGIA DI COLORNO

 di Daniela Tagliazucchi


L'opera del Maestro di Busseto, che inaugurò nel 2013 la prima edizione del Summer Reggia Opera Festival di Colorno, ha aperto martedì nel migliore dei modi la decima edizione della Rassegna.



Angela Gandolfo - foto di Marco Cigarini


Traviata, un capolavoro tanto amato quanto impervio nell'esecuzione: specialmente il ruolo di Violetta richiede una transizione di vocalità nel corso dell'opera, dal soprano di agilità del primo atto al soprano drammatico dell'ultimo atto. Una sfida accettata e vinta; lo spettacolo, in cui si sono cimentate anche giovani voci esordienti, si è dimostrato all'insegna della sintonia tra le varie componenti – orchestra, cantanti, coro, danzatori, coreografia e scenografia.  

L'Orchestra Città di Ferrara, sotto la direzione del M° Lorenzo Bizzarri, ha saputo sostenere l'interpretazione dei cantanti senza prevaricare nelle sonorità e dando la giusta rilevanza ai momenti orchestrali, in particolare nel piano dei violini dei preludi del I e III atto.  

Tra i cantanti protagonisti spicca la performance di Angela Gandolfo, che ha saputo trasmettere la profonda e dolente umanità che caratterizza la Violetta verdiana; notevoli i pianissimo perfettamente librati nel duetto con Giorgio Germont ( Dite alla giovine) , e nell'Addio del passato; voce duttile e morbida nei passaggi di tono, dotata di eccellente musicalità e capacità di armonizzarsi con gli altri interpreti,  ha saputo sostenere l'arduo ruolo fino alla fine senza cedimenti, coinvolgendo il pubblico nella struggente parabola della vicenda della protagonista.    

Nella parte di Alfredo, ruolo di grande impegno vocale e interpretativo, il tenore Domenico Menini: voce chiara e melodica, a suo agio in particolare nel cantabile.

Di alto livello anche l'interpretazione del baritono Filippo Polinelli, che, perfettamente calato nella parte, ha saputo tratteggiare con voce sicura un Giorgio Germont credibile, austero ma umano nello stesso tempo, pur se compreso nei pregiudizi maschilisti e nei 'codici morali' della società alto-borghese benpensante del tempo.  


Foto di Marco Cigarini


All'altezza, sia vocalmente che nell'interpretazione, la performance degli altri comprimari e ruoli di contorno, come pure gli interventi del coro.

Una menzione speciale va alla regia, curata da Eddy Lovaglio: la scelta è stata quella di rimanere nel solco della tradizione, senza discrepanze evidenti con le intenzioni del compositore e col libretto. Nello stesso tempo, però, si è voluto indirizzare al pubblico un messaggio sempre attuale, capace di smuovere anche lo spettatore contemporaneo, come a suo tempo volle fare Verdi, che mise in scena con coraggio ipocrisie e vizi della società 'bene' della sua epoca. In questa direzione è andata, ad esempio, la scelta di inserire nella scena della festa a casa di Flora dei personaggi con abiti 'trasgressivi' e ammiccanti, che richiamano le fogge contemporanee; i bravissimi giovani danzatori dell'ArpDance Company hanno eseguito una coreografia perfettamente intonata al contesto, all'insegna del disordine morale, dell'ambiguità e del dissoluto folleggiare. Spicca in tale universo caotico e vuoto la figura statuaria e dolente di Violetta, quasi divenuta una 'Madonna', ormai estranea a quell'ambiente eppur vittima sacrificale di un mondo che, allora come oggi, marchia di uno stigma sociale indelebile le 'vittime della sventura' ('l'uomo implacabile sempre sarà'). I fantasmi del passato, impersonati da mimi, si materializzano nuovamente nel III atto, sulle note dissonanti del Carnevale di Parigi, che turbano gli ultimi momenti di vita della moribonda, le cui speranze ora sono rivolte a Dio: una scelta registica felice, che si avvale della coreografia dei mimi in alcuni momenti-chiave della rappresentazione.



Foto Gianmatteo Palese


Infine la regia ha scelto di valorizzare lo straordinario 'fondale' della Reggia – peraltro perfettamente intonato con l'ambientazione dell'opera -   attraverso un sapiente gioco di luci, ora più vivide, ora più cupe, che si riflettevano anche sulle armoniose architetture classicheggianti della 'piccola Versailles', in un continuo 'dialogo' fra ciò che veniva messo in scena sul palco e la cornice in cui lo spettacolo si inseriva.

Una rappresentazione, dunque, all'insegna dell'armonia e coronata dai meritati applausi del pubblico, intervenuto numeroso: un omaggio al capolavoro del Maestro di Busseto, che inaugura la stagione estiva degli eventi musicali alla Reggia di Colorno. 



Il M. Lorenzo Bizzarri e la regista Eddy Lovaglio - foto di Marco Cigarini

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