IO SONO UNA STRADA. UN RACCONTO IN OCCASIONE DELLA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA POESIA

 

di Nene Ferrandi



Dorina Costras, Poem at Twilight 


Pazzia

Io sono una strada…

Io sono una strada e il tempo si scioglie in un andare e camminare ancora, senza capire, ascoltando un usignolo lontano, bisticciando con una ombra troppo fedele, sempre alla rincorsa dei miei passi, obbligata a correre, inciampare tra sassi irrazionali come chiodi, vestendomi  di lacrime o di gioia quando l’anima ricorda o guarda il sole. Là non c’era la musica, ma qualcosa cantava nell’anima divorando il cuore di rabbia o morendo di malinconia, dietro le feritoie crudeli, i corridoi sempre uguali e la dolcezza di una carezza era un fiore. 

“Laggiù, dove morivano i dannati nell’inferno decadente e folle nel manicomio infinito, dove le membra si avvoltolavano nei lini come in un sudario semita […] laggiù, nel manicomio facile era traslare toccare il paradiso […] laggiù tu vedevi Iddio…” (Alda Merini)

Laggiù si sfogliava la vita senza spazio e senza tempo, una ferita voluta per sentirmi vivo, un urlo per svegliare il sonno dei miei compagni, ognuno nel suo piccolo mondo di silenzio, ognuno con il macigno della coscienza.

Il brusio delle città disturba i giochi degli gnomi bambini sotto l’ombra protettiva delle foglie, non voglio conoscere l’umanità che non sa amare, non voglio essere figlio della terra, dei calcoli ipocriti, senza il respiro del cielo. 

“Non avere fretta”, dicono le lumache brontolone, ma io non ho tempo da perdere, ho una meta di luce e la strada è aspra, ma non è l’inferno è la speranza. 

Nelle notti buie, quando rubano pezzi di luna, il freddo congela le mani e i pensieri, quell’ombra non vuole morire e divora la volontà, appiattisce le case in lontananza, combatte contro le stelle, ma con un aereo speciale, vola da me mio padre che non ho mai conosciuto, con le sembianze di un vecchio saggio, la mano sulla mia spalla “Andiamo insieme”. L’alba d’argento è pigra e timorosa ma lancia con voluttà la rugiada. A volte la nebbia addormenta gli scheletri degli alberi, senza abbracci e il ruscello borbotta, ma non si vede. Sono solo e il cuore ripete una sofferenza conosciuta con salti improvvisi di disperazione, ma là devo arrivare e non sarò solo. E allora mi dico

Ridi e il mondo riderà con te.

Piangi, e piangerai da solo.

…Canta, e le colline ti risponderanno.

Singhiozza, e il tuo singhiozzo si perderà nell’aria.

L’eco è destinata a un suono gioioso,

ma si rifiuta di dare ascolto ai lamenti…. (Ella Wheeler Wilcox)

Quando il sole abbraccia il cielo, i fiori si pavoneggiano per i loro colori e il vento culla l’erba dei prati e io ascolto le farfalle che giocano, ringrazio il volo di una donna amata senza nome  che danza tra nuvole a volte capricciose, sospesa e fragile, con il riso della felicità. Perché…

Dovremmo avere una terra di sole,

di sole sgargiante,

e una terra d’acqua fragrante

dove il tramonto è un morbido fazzoletto di seta

rosa e d’oro,

e non questa terra

dove la vita è fredda... (Langston Hughes)

Un cigno, immacolato e fiero, sembra sfiorare con la sua eleganza, le acque di uno stagno putrido e puzzolente, incurantee maestoso, forse la luce del Dio Apollo per indicarmi la vicinanza del mio cercare. 

Forse il regno dei poeti mi aspetta e sarà l’esplosione della mia anima inquieta, nella marea dolce della poesia

Dicono che io sono pazzo, ma io  lo so…sono un poeta e

Ho bisogno di poesia,

questa magia che brucia la pesantezza delle parole,

che risveglia le emozioni e dà colori nuovi. (Alda Merini)

Commenti

Post più popolari