Licia Lapenna e Eleonora Strino, brillanti protagoniste del Jazz al Milestone

 

testo di Ornella Altavilla

Foto di Alberto Cataldi





Il Piacenza Jazz Festival si avvicina all’ultima data di questa edizione 2024 e ospita il 27 marzo, in un doppio set, le giovani Licia Lapenna in quartetto con Felipe Muniz, Aldo Capasso e Pasquale Di Lascio e Eleonora Strino in trio con Giulio Corini e Zeno De Rossi. Il Palco è quello del Milestone che è un po' la casa del Festival Jazz e in cui si respira il fermento jazz della città. La prima parte della serata è un tuffo nelle sonorità afrobrasiliane costruite grazie alla chitarra di Felipe Muniz e alle percussioni di Pasquale Di Lascio. Le intenzioni ritmico-sonore sono supportate dall’impeccabile presenza e creatività del basso elettrico e dalla ricca vocalità di Licia Lapenna. Il progetto sfrutta l’incontro e lo scambio fra ritmi e culture che, se pur lontane, si sposano alla perfezione anche nei brani originali, caratterizzati da freschezza compositiva nell’approccio ritmico e nelle impostazioni modali. Licia Lapenna fa larghissimo uso dello scat senza mai stancare e riesce a mescolarlo con il dialetto napoletano in maniera coinvolgente.





Dopo un breve riallestimento del palco, necessario per costruire il set della batteria in sostituzione delle percussioni, il concerto prosegue con Eleonora Strino, virtuosa della chitarra, del suono e del controllo delle dinamiche. Eccellente cantante e grande personalità sul palco. La scaletta di Eleonora Strino è ricca e varia e propone brani originali, come Matilde ispirata da un quadro del papà pittore, accanto a riarrangiamenti di brani noti come Il Postino. L’impostazione dei brani rispetta la struttura tradizionale:  esposizione del tema e assoli strumentali. Spesso vengono proposti gli scambi con la sezione ritmica secondo un classico dell’improvvisazione sugli standard. In questo percorso, degnamente accompagnata dalla bravura di Corini e di De rossi, l’energia non è mai fiacca e ogni scelta musicale si colloca in un’idea di senso: la chitarra è senza effetti e sfrutta solo le valvole del Fender DeVille ottenendo così quel suono naturale del legno dello strumento, ogni fraseggio, dal più virtuoso della chitarra al più lirico della voce, conquista una dimensione di qualità che è impreziosita dalla presenza sul palco della Strino, così semplice e solare da annullare la distanza con il pubblico.







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