CHI VUOLE ANCORA GLI INSEGNANTI?

 di William Conti 



"É come se il compito di educare i nostri giovani fosse costruito su una fondamentale ambivalenza: gli insegnanti sono sia la forza che la debolezza, sono sia gli attori essenziali che il principale limite."


Breve saggio molto interessante Chi vuole ancora gli insegnanti? di Philippe Meirieu  (Armando editore, traduzione e prefazione di Enrico Bottero) è  perfetto se si é a caccia di spunti sui quali riflettere e non di risposte pronte per essere applicate.

I problemi e le critiche all'istituzione scolastica possono essere mossi da innumerevoli fronti, ma in questa cinquantina di pagine l'autore si concentra sul ruolo tanto obsoleto quanto insostituibile della classe docente. Tra richieste di formazione sempre piú individualizzata, modelli ministeriali standardizzati da seguire come diktat e strumenti tecnologicamente avanzati ma fondamente sconnessi tra loro, l'insegnante tenta di fare del suo meglio stirando questa coperta troppo corta e ricamata in controsensi. Segno di oggettività é il fatto che l'autore non si limita a descrivere l'insegnante come "martire del sistema", ma ne riconosce anche il ruolo attivo nell'affondamento dell'istituzione scolastica, rimandando alla leggerezza e alla scarsa formazione con cui in tanti svolgono il mestiere.

Ecco, piú che fornire risposte pratiche, questa analisi si pone l'obiettivo di rispolverare il Senso del mestiere. In quest'ottica, la lettura é sicuramente stimolante e consigliabile non solo agli addetti ai lavori.

Purtroppo, per quanto nel linguaggio si noti bene l'impegno dell'autore verso la chiarezza espositiva, non lo definirei comunque un testo di carattere divulgativo. Scorre se vi é la spinta data dall'interesse per l'argomento, ma difficilmente trattiene chi é mosso dalla sola curiosità.


Le conclusioni appaiono inconcludenti? Forse si, ma mi chiedo quanto comunque l'autore sarebbe potuto andare a fondo in un testo semplice e dal carattere introduttivo. Nulla di nuovo sotto il sole, ma resta comunque un libricino che consiglierei anche solo per le riflessioni sul senso di questo mestiere.

Un solo appunto: nell'introduzione, Bottero parla di quanto sia facile trasportare e adattare i ragionamenti di Meirieu dalla scuola francese a quella italiana. Personalmente non ho visto questo automatismo immediato, e certi ragionamenti restano legati ad un modello scolastico simile ma pur sempre differente. I discorsi sull'educazione sono costruttivi e trasversali, ma quelli sull'istituzione scolastica restano inevitabilmente contestualizzati.

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