NATALE NEL NUOVO MONDO DI HARRIET BEECHER STOWE. INTERVISTA ALLA TRADUTTRICE FABIANA ERRICO

di Laura Bonelli



"E se Cristo tornasse nelle nostre città il giorno di Natale, dove pensi sia più facile trovarlo? Porterebbe splendidi doni in sfarzose dimore oppure si dirigerebbe nei tristi ricoveri delle persone sole, povere e dimenticate?"






Graphe.it pubblica tra le sue (ormai celebri) strenne natalizie alcuni racconti della scrittrice americana Harriet Beecher Stowe il cui lavoro più conosciuto è La capanna dello zio Tom. L'autrice con fervida immaginazione e, allo stesso tempo, aderenza alla realtà narra l'arrivo del Padri Pellegrini sulla Mayflower nel racconto Il primo Natale nel New England riuscendo a "farci vedere"  cosa può essere stato lo sbarco di una nave nel 1620, con a bordo donne e bambini, in una terra selvaggia e sconosciuta. Gli altri due scritti, Natale a Poganuc e La fatina buona puntano  sulla quotidianità e sui buoni sentimenti. E' una lettura affascinante e perfetta per le feste senza dimenticare che dietro all' aspetto apparentemente quieto della Beecher Stowe si cela un animo dalle grandi risorse. 

Lo ricorda Fabiana Errico, traduttrice del testo, nella sua introduzione:  "Le grandi rivoluzioni iniziano dai piccoli gesti. Harriet Beecher Stowe ce lo dimostra non solo attraverso le sue storie, ma anche con i fatti. Quando, nel 1862,  Abraham Lincoln la incontra alla Casa Bianca le dice, riferendosi alla Capanna dello zio Tom e alla Guerra Civile: "Dunque è lei la piccola signora che ha causato una grande guerra."



Che cosa ti ha interessato di più nel tradurre questi racconti?

La modernità dei testi nonostante siano stati scritti nell'800 e uno di essi sia ambientato nel 1620, quando la Mayflower arrivò sulle coste del New England.

Per modernità, mi riferisco ai temi trattati nei racconti: il viaggio per mare dettato dalla necessità di cercare fortuna altrove, oppure l'importanza del dono, cosa che spesso sfugge presi come siamo dalla frenesia del consumismo che ci spinge all'acquisto compulsivo sotto le feste.


Come hai approcciato lo stile della Beecher Stowe?

Beecher Stowe è un'autrice dalla scrittura molto limpida, dunque apparentemente facile da tradurre. In realtà, la linearità del suo stile non è affatto banale. Ritrovare in un'altra lingua la stessa chiarezza ha richiesto da parte mia delle lunghe riflessioni. Ho meditato spesso su quale fosse il modo migliore di rendere in italiano una data frase o quale termine fosse più adatto affinché il senso non si distaccasse dall'idea originaria della scrittrice.


Un'autrice con una grande immaginazione realistica...

Harriet Beecher Stowe è dotata di una grande capacità empatica. Credo che l'autrice riesca a mettere a frutto questa sua dote innata restituendo al lettore la possibilità di leggere i suoi racconti come se fossero delle immagini. Impossibile, leggendo, non visualizzare quello che sta accadendo.


Qual è il fascino della letteratura dell' Ottocento secondo te?

La letteratura dell'Ottocento è tutt'oggi molto apprezzata. Credo dipenda da un lato dal fatto che offre una vasta gamma di romanzi e racconti in grado di soddisfare tutti i lettori (o quasi). Inoltre, paradossalmente, i temi trattati nell'Ottocento possono risultare più vicini a noi di quanto a volte non lo siano alcuni romanzi del Novecento.




Harriet Beecher Stowe

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