TONIA CHE AVEVA UN PETTIROSSO NEI CAPELLI. INTERVISTA TRIPLA (!) AGLI AUTORI DEL LIBRO

 

di Laura Bonelli

Un inno alla libertà e all'amore per la natura. Una delle ultime pubblicazioni per i piccoli lettori della  Töpffer è Tonia che aveva un pettirosso nei capelli scritto e illustrato a sei mani da Beppe Mecconi, Lara Ghiglione e Vanessa Isoppo

Divertente, semplice e insolito il libro narra la storia di una bambina anticonformista dai capelli  arruffati e ribelli che vengono scelti come rifugio da un pettirosso. Il percorso della protagonista la porterà a capire il confine tra egoismo e affetto e, aiutata da una nonna arguta, a cercare un equilibrio tra il bisogno di essere liberi e il senso di appartenenza ad una comunità.

Uno scrittore, regista e pittore, Beppe Mecconi, la segretaria nazionale della CGIL, Lara Ghiglione e una psicologa e psicoterapeuta, Vanessa Isoppo mettono a frutto un racconto piacevolissimo sia per i bambini sia per i grandi.





Com' è nato il progetto e com' è nata la collaborazione fra voi?

Beppe: Ho scritto e illustrato molte favole, in solitaria. Negli ultimi anni, preso da altre attività, avevo smesso ma la voglia di raccontare storie ai bambini era sempre lì. Così, con Lara, innamorati entrambi del mondo dell’infanzia, è nata l’idea di divertirci scrivendone una a quattro mani. Ho iniziato io con una decina di righe, il “programma” era questo, da lì lei doveva continuare con un altro capitoletto, poi di nuovo io e così via, senza un’idea di dove andare a parare.

In quel periodo ancora non conoscevamo Vanessa. Ma quando ci siamo imbattuti in lei è stato impossibile non coinvolgerla in questo gioco.

Lara: Con Beppe scambiavamo, e scambiamo, le nostre riflessioni su quelle che riteniamo essere le degenerazioni di una società sempre più individualista, timorosa e sospettosa verso le tante diversità che connotano le persone. Nel nostro piccolissimo volevamo dare un contributo per cercare di evitare questa deriva, provando a parlare alle prossime generazioni, proprio a partire dalle bambine e dai bambini. Ad un certo punto, entrambi presi dal lavoro e da altri progetti abbiamo iniziato a rallentare, ma fortunatamente, proprio in quel momento è arrivata in soccorso Vanessa che con il suo prezioso contributo ha reso ancora più appassionante e significativa la storia. 

Vanessa: Posso dire com’è nata la mia collaborazione: io sono entrata a progetto avviato, Lara e Beppe sono due carissimi amici che, trovandosi in un momento di difficoltà nel concludere la storia (a causa dei rispettivi impegni professionali), hanno deciso di coinvolgermi. La cosa bella di tutto questo è che, alla fine, ci siamo dimenticati di chi ha scritto cosa. Io posso essere solo sicura di non aver scritto la prima parte per ragioni di tempistica, ma senza questa “bussola” i nostri rispettivi interventi sarebbero indistinguibili.




Il libro parla del rapporto tra libertà ed emarginazione. Quanto è importante questo tema per i bambini?

Vanessa: Da psicoterapeuta credo che questo sia un tema fondamentale, proprio perché il tema della diversità come stigma è un vissuto inquinante che apprendiamo nel corso della vita dagli adulti di riferimento. Diciamo che è un libro che fa, a suo modo, prevenzione, rafforzando nei bambini il concetto, innato in loro, che la diversità non esiste e che ognuno arricchisce la vita dell’altro con le peculiarità che rendono unico ciascuno di noi. 

Lara: viviamo in un mondo complicato. Troppo spesso l’emarginazione e la paura delle diversità determinano violenza, odio e fomentano guerre. Direi quindi che provare a fare prevenzione, a partire dai bambini, sia indispensabile. 

Beppe: Penso che per i bambini Libertà e Integrazione siano concetti, modi di agire, del tutto naturali. Spontanei. Da loro dovremmo, dobbiamo, imparare.



Beppe Mecconi

 

La protagonista, Tonia, mi ha ricordato in alcuni aspetti Pippi Calzelunghe...

Lara: Era la mia eroina! Avrei voluto tanto essere come lei sin da piccola. Così determinata, forte e senza paura, ma allo stesso tempo sensibile e scanzonata. Evidentemente è rimasta in un angolino della mia testa e del mio cuore. 

Beppe: È un grande complimento! Pippi è stupenda, e Tonia ci è uscita un po’ come lei. Libera, “selvaggia”, curiosa, aperta a nuove esperienze e conoscenze. Ci è venuta così, senza alcuna progettazione. Come spesso capita ai personaggi della letteratura è andata dove ha voluto lei. E noi ne siamo felici.

Vanessa: Ho adorato Tonia dalla prima lettura ed è vero, è buffa come Pippi e altrettanto saggia. Poi Beppe ha saputo rendere con rara maestria le espressioni del suo viso e ogni volta che sfoglio il libro, il divertimento è sempre rinnovato. 


Lara Ghiglione


Tra le figure parentali e amicali in aiuto a Tonia avete scelto la nonna. Perché?

Lara: Sono cresciuta con mia nonna materna perché i miei genitori lavoravano entrambi. Era la mia confidente e talvolta la mia complice quando facevo qualche marachella. Mi è sembrato normale potesse essere un punto di riferimento per Tonia in questa avventura.

Vanessa: I bambini hanno il diritto di vivere il più possibile i nonni perché, al di là delle eccezioni, sanno essere una fonte di affetto e amore incondizionato il cui ricordo diventa la coperta sotto cui rifugiarsi anche in età adulta. Ho parlato di diritto dei bambini a vivere i nonni e non viceversa, perché troppo spesso si limita il rapporto con i nonni pensando di danneggiare gli adulti senza rendersi conto che il danno è subito prima di tutto dai bambini. 

Beppe: A parte le considerazioni profonde e vere di Lara e Vanessa c’è anche però, nella scelta della nonna, una sorta di artificio letterario utile allo svolgimento della storia. Tonia doveva vivere quell’immersione nella natura, dove vive le sue avventure, come un fatto raro, da sfruttare al massimo. Perciò non poteva abitare abitualmente lì ma, anzi, in una grande città, priva di quel tipo di possibilità, spostandosi in quel paradiso soltanto per le vacanze. La vecchia casa dei nonni, in un piccolo paese tra mare e colline boscose, è quindi necessaria e funzionale alla favola.




Il libro è illustrato. Come avete concepito le immagini?

Vanessa: io ho tanti pregi. Ma tantissimi, veramente. Non basterebbe un libro per elencarli tutti (ride). Come sempre capita nelle grandi quantità, succede che qualcosa possa sfuggire. Ebbene, nello specifico diciamo che alla mia nascita nessuna fatina mi ha assegnato la capacità di disegnare (e nemmeno quella di cucinare, a dirla tutta). Invece Lara e Beppe sono talmente bravi da non riuscire a credere che qualcuno al mondo possa non avere la loro facilità e per questo mi hanno “provinato”, facendomi disegnare. Il provino non deve essere andato benissimo se la loro decisione, presa solo in nome dell’inclusione per coerenza con la storia, è stata quella di farmi disegnare solo ed esclusivamente… i soli. 

Lara: Non ricordo esattamente se prima, durante o dopo la nascita dell’idea del racconto è arrivato il Covid. A ogni modo mi ero messa a disegnare per trascorrere il tempo durante il lockdown, Beppe ha visto i miei disegni e mi ha chiesto di contribuire, oltre alla scrittura della storia, anche all’illustrazione. Però diciamo la verità, i disegni sono merito di Beppe Mecconi ed è solo per la sua generosità se anche io e Vanessa abbiamo potuto contribuire. Personalmente ammetto di essermi innamorata perdutamente delle giraffe e dei cavalli che disegna Vanessa. Sono dei veri capolavori e vi invito a cercarli nelle illustrazioni del libro per goderne a pieno.

Beppe: Fin dall’inizio l’idea era quella di fare disegni semplici, immediati; pennarelli sottili e pochissimi colori. Tonia, che appare in copertina, è il primo disegno in assoluto realizzato pensando a lei, inviato subito a Lara (Vanessa ancora non faceva parte del trio) per condividerne la fisionomia, e così è rimasta. 

Quando poi vidi i disegni di Lara è stato istintivo dirle: Io faccio i personaggi e tu i paesaggi. In seguito, quando Vanessa si unì a questa avventura, venne spontaneo: Anche tu devi contribuire alle illustrazioni. Lei si schernì dicendo che era totalmente negata e a riprova ci inviò un cavallino e una giraffa (assoluta meraviglia che allego rischiando mi tolga il saluto). Di fatto, parlando di inclusione, non potevamo esimerla dal partecipare anche lei ai disegni, e infine, con reale, divertente fatica, riuscimmo a convincerla.



Vanessa Isoppo


Altri temi, importantissimi, sono l'amicizia e il rapporto con il mondo della natura. Quali gli equilibri per non intervenire, snaturando? 

Vanessa e Lara e Beppe: Nell’amicizia, soprattutto quella tra bambini, è fondamentale che gli adulti stiano fuori. Le amicizie sono la palestra nel quale il bambino impara a muoversi nel mondo gestendo i rapporti con gli altri, impara a rispettare i limiti e a conoscere le proprie risorse. Nello specifico abbiamo coinvolto la nonna non come figura giudicante ma come complice nell’aiutare Tonia con la sua esperienza. Questo deve fare un adulto: stare al fianco del bambino e intervenire solo dietro sua richiesta. O decidere anche di non intervenire affatto, dando fiducia all’adulto che sarà, certi del fatto che anche nell’amicizia gli errori sono un prezioso bagaglio esperienziale. 

Per quanto riguarda il rapporto con la natura, temo che si dovrebbe fare esattamente il contrario di quello che si sta facendo ora: abbiamo una gestione del mondo antropocentrica, il focus dovrebbe essere completamente spostato in favore di un rispetto della natura che deve diventare imperativo ma che abbiamo completamente perso di vista.


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