CI SONO FORMICHE SPERDUTE? DI BRUNO POMPILI - LA RECENSIONE

  di Bruno Briganti



Le formiche sperdute dove vanno?


(Bruno Pompili, Ci sono formiche sperdute?, Edizioni Di Felice, Martinsicuro 2025)


Il problema è capire se le formiche sperdute trovino altre strade al di fuori dei sentieri obbligati dal loro sistema; infatti formiche da esplorazione o d’avanguardia, raramente e per fortuna, esistono.

Si tratta di situazioni complicate, e dunque non solo circostanze, che nei racconti di Bruno Pompili non appaiono reversibili: i suoi esempi umani, i suoi personaggi insomma, le sue storie, non offrono tracce positive, né previsioni favorevoli.

Per entrare nel mondo di questi tre racconti c’è una indicativa chiave di lettura, offerta come epigrafe: «e io adesso non so se sto entrando in un sogno o in un pensiero».


Nel primo racconto (Il disegno del sole) alcuni migranti per lavoro, o particolari occupazioni, si muovono per lo più solitari in ambiente sconosciuto, per delle attività di copia tecnica di territori e di strumenti: hanno una meta indefinita; subiscono alterazioni psicofisiche; vivono insoddisfacenti relazioni memoriali e sessuali; arrivano ad un luogo in cui vengono sostituiti tutti gli edifici sociali e nasce una nuova città. C’è un ordine esteso a cui non potranno partecipare, e forse solo residui di parole per dire, usando vecchi pensieri automatici prima che si esauriscano.


Nel secondo (Gli architetti della memoria, dopo la città), più che di un sogno si dovrebbe parlare di un incubo. Diverse e molteplici situazioni storiche, morali, psico-personali, sociali, già registrate e comuni nella tradizione letteraria vengono rivissute. Sono accompagnate da schede di valutazione sistematica che decidono di vita o di scomparsa con parametri grezzi e definitivi. È in corso un processo di riorganizzazione della memoria individuale e collettiva.

Un anomalo personaggio dal nome di Chronos, con la sua irregolarità esistenziale e al limite dell’invisibile, mette in crisi il sistema, che da una schematica valutazione delle persone scivola verso un linguaggio senza logica, asintattico, e perfino alterato lessico. Sarebbe forse come dire che esiste una formica vincente.

Ma Pompili non dà spiegazioni e invece espone eventi; è il lettore che deve organizzare quante deduzioni può, e ha gli elementi per arricchire il testo.

Nel terzo racconto (Trittico corinzio) ci sono figure estratte da memorie storiche: sogno, pensiero e infine destino sembrano sovrapporsi in una serie di eventi in cui la fantasia affianca e sovente altera e orienta i fatti. Ne risultano una dispersione della memoria storica e un più occulto mistero delle passioni.

Un guerriero, comandante sconfitto dal tempo più che dai nemici, convince il proprio cavallo a lanciarsi insieme a lui nel vuoto, dall’altezza della roccaforte. Ci saranno solo indizi per dedurre che il guerriero è caduto solo.

Ionia, una donna guerriera di impareggiabili qualità fisiche ed estetiche attraversa, intoccabile e ammirata, schiere e accampamenti, senza mai avere amici o nemici, alleati o avversari, portata dalla sua stessa e sola immagine.

Una vertiginosa galoppata solitaria, ai limiti della dimenticanza e della realtà, lascia intuire i margini intoccabili del suo mondo. 

Michael Genakaris (nella storia della sesta guerra turco-veneta ha il vero nome di Limberakis Gerakanis bey) traditore di tutti i possibili alleati, abbassa gli occhi e i progetti di fronte alla bellezza di Ionia, prima di essere imprigionato nelle galere della Serenissima e morirvi.

Troviamo anche una controfigura di Ionia (Millia di Chios) che vive un sentiero secondario di qualche successo nella storia di Venezia, ma di mutilazioni nella perversa passione di Genakaris.

Voglio infine ricordare due epigrafi, dal secondo racconto:

«A questo punto dovrei chiedermi chi sono io. Forse sono da inventare i ricordi.»

«il vento sfoglia il libro // perduto // è bene che resti // bianco»

E le sottolineo perché alludono alla presenza contraddittoria del dire o del tacere, e dell’inventare scrittura: è il lavoro attuale di Bruno Pompili.


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