WHO IS THE SKY? DI DAVID BYRNE. LA RECENSIONE
di Accursio Soldano
Se siete innamorati di qualcuno/a e non sapete come dirglielo, se non trovate le parole, se la timidezza blocca qualsiasi manifestazione di affetto, non preoccupatevi, basterà regalare il nuovo album di David Byrne uscito il 5 settembre scorso dal titolo “Who Is the Sky?” e capirà tutto.
Oppure, considerato che il disco dà anche il titolo al tour europeo dell'ex Talking Heads e che in esclusiva per l'Italia, il 21 e 22 febbraio 2026 farà tappa per due serate al Teatro Arcimboldi di Milano, basterà regalare un biglietto per il concerto.
Dopo questa introduzione degna del miglior Roland Barthes, come dicevamo, "Who Is the Sky?" è il nuovo lavoro discografico di David Byrne e stavolta, lasciata la “American Utopia” si fa accompagnare dalla Ghost Train Orchestra, una ensemble musicale newyorkese composta da quindici elementi guidati da Brian Carpenter.
Secondo la leggenda, David Byrne ha chiesto la collaborazione della Ghost Train dopo aver ascoltato il loro album “Songs and Symphoniques: the music of Moondog” inciso nel 2023 e dedicato a Louis Thomas Hardin musicista americano meglio conosciuto con lo pseudonimo di Moondog scomparso nel 1999 sul quale non ci dilungheremo perchè meriterebbe una storia a parte (Provate ad ascoltare “Bird's lament”).
Nel nuovo disco di Byrne troviamo anche la bravissima St. Vincent (qualcuno ricorderà l'album inciso insieme a Byrne nel 2012 dal titolo “Love this Giant”), e poi Hayley Williams, non certamente l'ultima arrivata visto che ha ricevuto sei nomination ai Grammy (uno vinto) e Tom Skinner, batterista degli Smile.
Il risultato è puro divertimento.
Insomma, a 73 anni David Byrne continua a farci divertire con la sua musica e la sua contagiosa allegria e inguaribile ottimismo.
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